Giulio, ha un’espressione turbata, uno sguardo addolorato e a fatica trattiene le lacrime.
Ti guarda e dice: “Ieri l’oncologo mi ha detto che ho un tumore al polmone.
Sai..Ho paura, ho paura di soffrire, di morire.
A tutti noi sarà capitato,o potrebbe capitare, di dover interagire con un familiare, un amico, un collega, un conoscente, cui è stato diagnosticato un tumore al polmone.
E tu sei in difficoltà e penserai: “E adesso cosa gli dico?”
Il cancro sgomenta. E’così come la paura della morte che questa malattia evoca.
Anche le famiglie, gli amici provano emozioni e spesso senza volerlo dicono cose che ci infastidiscono e bloccano le emozioni del paziente.
EVITA DI DIRE
“Dai, non piangere … non fare così”
Questa risposta impedisce l’espressione delle emozioni del malato e protegge noi stessi dalle emozioni dolorose trasmesse dall’altro.
“Non devi nemmeno pensare che morirai!”
E’una paura reale. Dobbiamo accogliere e sopportare le preoccupazioni che la persona sta cercando di condividere con noi.
- “Vedrai che andrà tutto bene, adesso inizierai le cure, i medici sono molto bravi”
Le frasi fatte!
Spesso le rassicurazioni, servono a tranquillizzare noi stessi, negando i bisogni dell’altro e impedendone poi l’espressione.
- “E’ sbagliato disperarsi, ti fa solo male e non serve a nulla”
Con questa frase stiamo anteponendo le proprie valutazioni ai bisogni reali dell’altro.
- “Prova a distrarti, non ci devi pensare”
Come è possibile non pensarci?
Stiamo parlando di una malattia che spaventa molto!.
In questo modo corriamo il rischio di banalizzare il “dramma “che il malato sta vivendo, che non si sentirà per nulla capito nel suo dolore.
- “Devi essere forte”
Perché ? L’altro, il paziente, deve essere libero di essere come è, soprattutto in un momento di estrema fragilità.
7 “Cerca di essere positivo: un atteggiamento ottimista aiuta a combattere la malattia”
Stiamo dando un giudizio che tende a colpevolizzare la persona, che se non reagirà non potrà guarire.
- “Perché non provi a leggere qualche libro su come affrontare il cancro? Penso che ti possa aiutare”.
Stiamo dando un consiglio. I consigli sono le soluzioni che possono andare bene per noi stessi ma non per l’interlocutore.
9 “Parliamo d’altro, dai. Ti va di venire a cena da me domani sera?”
Cambiare argomento quando il malato affronta un problema preoccupante è un modo per negare il suo bisogno di parlarne. Stiamo proteggendo noi stessi da sentimenti spiacevoli.
Dopo 5 anni, ancora mi pesano alcuni commenti.
Ma non mi feriscono.
Semplicemente sono stupidi pure se chi li fa spesso non lo è.
Quindi niente di ciò sopra menzionato ..la cosa che però mi turba principalmente e non incoraggiare .. e non dare speranza .. e come essere già morto
Dopo aver “pagato” tutte le 8 situazioni sopraelencate(tranne il “ non piangere”mai pianto)Non armo nessuno per la famosa “ parola di conforto”…Di cancro si muore.Le cure regalano tempo…sono gelosa del mio tempo…non lascerò un secondo senza un senso….A me non importa di morire entro o oltre i cinque anni…Le statistiche sono statistiche…Io voglio morire tra “ due nipotini”…non prima…Voglio farlo mentre corro e non mentre mi dispero d avere un cancro…magari mentre mangio un cornetto al cioccolato….
A volte è meglio un abbraccio che tante parole perché chi ti abbraccia ti conosce intimamente,nel mio caso mia madre,mio fratello,nei momenti più bui mi hanno abbracciato e hanno installato in me la forza per combattere,caricando sulle loro spalle il mio dolore.Penso che solo la famiglia abbia il potere di aiutare in certi momenti perché il tuo problema è il loro e quindi,in automatico,sanno come comportarsi, perché ti conosco e usano le parole giuste, contrariamente quello che si pensa ,nel mio caso,mio marito non è stato presente ” emotivamente” non perché non mi amasse ma ho visto in lui la difficoltà nell’aiutarmi perché incredulo e scioccato. La forza più grande sono i miei figli,io non posso lasciarli da soli,so che la vita va avanti però finquando posso accompagnarli fisicamente lo farò.Personalmente le persone esterne alla mia famiglia non potranno mai capire e forse è per questo che tutte quelle affermazioni sopra citate per il conforto di un conoscente risultano fastidiose.