Scrivere riguardo alla propria esperienza è terapeutico. 

È una frase che abbiamo sentito spesso e ha una sua validità scientifica. Parafrasando  James W. Pennebaker  possiamo  affermare che “con l’aumentare del numero di studi dedicati, diventa sempre più chiaro che la scrittura è uno strumento molto più potente per la guarigione di quanto chiunque avesse mai immaginato.”
Infatti, utilizzare un particolare tipo di scrittura definito in inglese  “expressive writing”, aiuta a prendere coscienza delle proprie emozioni. Sicuramente scrivere le proprie emozioni e i propri sentimenti negativi comporta prendersi del tempo per riflettere su se stessi.

 

Quando è terapeutica la scrittura?

La scrittura è terapeutica nel momento in cui la si utilizza per scrivere qualcosa di profondo, che riguarda emozioni, sentimenti, vissuti particolari, stressanti, o traumatici.

Di certo non è facile, ma molti pazienti la trovano come uno strumento prezioso e significativo.

Vincenzo inizia a scrivere di come e quando ha scoperto la malattia e ne condivide le emozioni con la psicologa.

Un diario dove mette insieme le sue emozioni contrastanti, i suoi pensieri, le sofferenze ed il valore e il significato della vita.

Vincenzo combatte con ironia il “brutto male”.

Il suo libro dal titolo “Ho un tumore e…mo” vuole essere un diario di emozioni contrastanti che ha provato egli stesso quando ha scoperto il tumore con il quale, inoltre, desidera far conoscere l’esperienza della sua lotta personale a parenti ed amici.

Condividere la sua esperienza, racconta Vincenzo, vuole essere un prezioso aiuto per chi vive un momento così drammatico e soprattutto uno strumento per indurre i lettori ad apprezzare la vita giorno dopo giorno.